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Intellettuali e studenti contro la deriva della scuola
I libri tornano nelle piazze, le piazze appassionate intorno alle autrici e agli autori che li hanno concepiti. Le cifre più autentiche di Pordenonelegge sono i seicentosessantasette intellettuali impegnati in quattrocento incontri per interpretare il presente, condividendo temi, indagini, speranze, bisogni e sguardi sul mondo. Grande soddisfazione per la ventiseiesima edizione è stata espressa anche dal direttore artistico Gian Mario Villalta: “Il festival è il risultato di un impegno continuativo nel corso dell'anno, di relazioni che si intensificano, dell'attenzione costante ad argomenti che proponiamo e si consolidano come tracce portanti nel tessuto culturale locale e nazionaleâ€.
Tornare ai ragazzi
Durante le cinque giornate si sono passati il microfono centinaia di protagonisti di quel “festival nel festival†il cartellone Junior e Young, progettato su misura dei giovani lettori, delle loro famiglie, degli insegnanti e degli educatori, senza il timore di misurarsi lucidamente con le contraddizioni del contesto formativo. Nello specifico, Espérance Hakuzwimana e Giuseppe Nibali si sono confrontati impugnando il loro vissuto e le loro pubblicazioni, rispettivamente “Tra i banchi di scuola. Voci per un'educazione accogliente†(Einaudi, 2024, pp. 136, euro 13) e “Una cosa che non parla. Intellettuali e studenti contro la scuola†(San Paolo, 2025, pp. 208, euro 18). I due protagonisti hanno criticato la deriva di un sistema scolastico a tratti passatista e claustrofobico, piantato negli anni Ottanta in troppe province italiane, per spronarlo a rispondere con più efficacia alle esigenze esistenziali di chi frequenta le aule ogni giorno. I tentativi di razzializzazione nelle classi di fronte all'imponente svolta multiculturale attraversata dalla società europea, rallentano il desiderio poietico dei ragazzi, la loro determinazione a realizzarsi come individui e di intervenire sulla collettività , dibattendosi dentro il “nulla culturale†tacciato da Galli della Loggia.
Contro una scuola retrograda
Mette in discussione i dispositivi di potere, le inerzie burocratiche e le retoriche della “formazione delle competenze†il volume corale curato da Nibali, che ha raccolto una serie di dialoghi tra intellettuali e studenti delle scuole secondarie di secondo grado, registrati e trascritti nel 2024, e introdotti da una nota corposa che funge da cornice teorica quanto da manifesto pratico. Lo scrittore e insegnante trova nella figura di “Der Held mit dem Flügel†di Paul Klee – “l'eroe con un'ala sola†– la metafora degli studenti odierni: “goffi e regali al medesimo tempo, dentro una sconfitta che sembra annunciataâ€. Difatti la loro aspirazione a “volare†è ostacolata da strumenti democratici logori, così le istanze religiose banalizzate, i circoli politici scaduti a “stipendifici†e gli scioperi calendarizzati alla stregua di valvole di sfogo seriali.
Il nodo della burocratizzazione
Tra le voci coinvolte da Nibali spicca quella di Alessandro Barbero, che individua cristallina uno dei mali strutturali: “La scuola è aggredita dalla cultura imperante della pianificazione, dell'offerta formativa, delle sigle ridicole, della burocrazia kafkiana e della perdita di tempo istituzionalizzata, delle riunioni inutili e dei moduli da riempire, magari al fine conclamato di certificare il merito e la qualità â€. Tale sentenza si rivela una chiave di lettura dell'intero libro, poiché coglie causticamente il paradosso di un organismo che, nel tentativo di garantire l'auspicata “meritocraziaâ€, finisce per soffocare la sostanza stessa dell'insegnamento sotto l'apparato formale. E tonnellate di carta sprecata.
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